domenica 10 febbraio 2013

Alzando da terra il sole. Parole per l'Emilia


Esulando dalle tematiche da noi finora esplorate, legate, secondo quanto espresso dal nome del nostro gruppo, agli intrecci della nostra con altre culture nel mondo, vorrei segnalare un libro e un'iniziativa di grande importanza e che ci spinge a guardare con speranza al futuro del nostro paese, nella piena consapevolezza che si può entrare in relazione con l'altro solo e in quanto si è in contatto con se stessi, con le proprie radici, con la terra in cui si è nati.

Ieri sera nella sede del circolo ANSP, presso l'oratorio di Fabbrico (RE), ha avuto luogo una cena benefica a favore della ricostruzione della Biblioteca di Mirandola, gravemente danneggiata nel terremoto dell'anno scorso. L'iniziativa è stata promossa dal comune di Fabbrico, terremotato anch'esso, che ha voluto in questo modo compiere un atto di concreta solidarietà verso un paese amico più sfortunato. Come hanno detto i funzionari di Mirandola che partecipavano alla serata, non è cosa usuale che chi ha avuto danni e  problemi, invece di chiedere aiuto per sé, si offra di darne a chi si trova in condizioni peggiori. Un bell'esempio di solidarietà "all'emiliana", fatta cioè da gente che, senza tanti piagnistei, si guarda intorno e va a dare una mano dove c'è più bisogno, con semplicità e con buon senso.

Al termine della cena, alcuni giovani attori hanno letto brani tratti da Alzando da terra il sole. Parole per l'Emilia, scritto da quarantanove esponenti della cultura italiana e pubblicato da Mondadorii proventi della cui vendita saranno devoluti interamente alla ricostruzione della Biblioteca di Mirandola. 

I giovani lettori, Clizia Riva, Lara Sassi e  Omar Borciani, del gruppo "Prima della sera" di Radio Rumore, hanno saputo creare con le loro interpretazioni un'atmosfera intensa e commossa,  riuscendo ai far  risuonare nelle parole lette l'anima emiliana, con la  passione delle sue donne e la forza dei suoi uomini, con il coraggio e la caparbietà, con l'orgoglio di appartenere a una terra che, pur tra shock e paura, però non molla mai.  

Tra un brano e l'altro sono risuonate le musiche di autori italiani e non, da Woodie Guthrie, a Lucio Dalla, a Francesco Guccini  e molti altri: i giovani musicisti, Sofia Merli, Guido Lorenzetti e Tommaso Guerrera, tutti studenti della Facoltà di Lettere dell'Università di Parma,  hanno suonato e cantato numerose canzoni, interpretandole con amore e sensibilità anch'essi tutti "emiliani", vale a dire semplici, ma intensi e dritti dal cuore verso il cuore. Bravi davvero, questi ragazzi, attori e musicisti per passione, ma anche  pieni di talento e tecnicamente  preparati.

Una serata, insomma, sorprendentemente ricca  e piena di commozione: senza retorica, ma con profonda partecipazione, tutti abbiamo sentito l'amore per le nostre terre ferite e la voglia di dare una mano per andare avanti e ricominciare.

Vorrei terminare con un breve brano che conclude uno dei racconti letti,  Le donne emiliane,  di Annalena Benini:

C'è stato un lungo momento in cui sembrava che non sarebbe finita mai, e le mani tremavano da sole. Loro, le donne emiliane, hanno semplicemente deciso che era ora di ricominciare. Voltare pagina. Dire alla terra: adesso basta. Rimettere i fiori nei vasi. Rifare i letti ai piani di sopra. Guardare uno di quei tramonti rossi di pianura che sembrano non finire mai. Riprendersi quell'aria svaporata e fiera che hanno le emiliane d'estate. (p.35).

Ecco, in queste parole, tutto il cuore emiliano. Il nostro cuore.

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