sabato 21 luglio 2012

Almudena Grandes, Inés e l'allegria


Ordina questo libro su IBSUn po’ per caso, ma non solo, in questi ultimi mesi mi sono imbattuta in una serie di romanzi sulla guerra civile in Spagna; per di più alla fiera del libro di Torino, che nel 2012 era dedicata a Spagna e Romania, ho avuto il piacere di incontrare dal vivo gli autori di questi libri e di essere invogliata a leggerne altri. In questi ultimi anni c’è stato un fiorire di romanzi sulla guerra che negli anni 1936-39 ha insanguinato la Spagna e ha dato inizio alla lunga dittatura del generalissimo Franco, terminata solo con la sua morte nel 1975. 

Almudena Grandes, nata a Madrid nel 1960 ed oggi affermata scrittrice, in un’intervista ci ricorda che nel 1975 aveva solo 15 anni, era in piena adolescenza, quando ebbe inizio la cosiddetta "transizione democratica" nella quale sotto uno “scintillante make-up vi erano ombre profonde” e si stava camminando su un terreno senza radici, costruendo una democrazia senza storia. A differenza di quello che è accaduto in Italia quando, alla fine del fascismo, dopo la Resistenza, ci fu, come ricorda Calvino nella prefazione al Sentiero dei nidi di ragno, una gran smania di raccontare e di uscire dal silenzio forzato, in Spagna per molti anni c’è stato un silenzio complice, da cui si è usciti solo quando i felici adolescenti del 1975, compiuti i 40 anni, hanno capito che non avevano conquistato nulla ed hanno cominciato a guardare indietro, chiedendosi che cosa era veramente successo. I più giovani non avevano saputo che cosa era veramente successo prima, durante e dopo la dittatura di Franco. 


Era, dunque, necessario trovare una risposta a quell’amnesia generalizzata e imposta e portare a compimento la Transizione democratica e antifascista. Per questo – dice Almudena Grandes- “per un veritiero recupero della memoria, bisognava indagare la recente storia della Spagna del XX secolo e farla diventare la prima necessità della nostra generazione”. 

Avendo letto una serie di romanzi interessanti e di valore sul piano letterario ho pensato di condividere con i lettori del blog la mia esperienza di lettura. L’obiettivo vuole essere un invito alla lettura per una migliore conoscenza di una nazione che in questi giorni è alla ribalta dei nostri telegiornali per la difficile situazione economica. Ho pensato di cominciare dal romanzo di Almudena Grandes  Inés e l’allegria che è stato il primo che ho letto ed anche il più corposo, essendo un tomo di ben 753 pagine, scritto dal 2005 al 2010 e pubblicato in Italia a settembre 2011 da Guanda. Tra l’altro è il primo capitolo di un progetto narrativo composto da sei romanzi indipendenti, accomunati dallo stesso spirito e da un titolo, Episodi di una guerra interminabile. 

I miei romanzi - dichiara la Grandes nella nota finale del primo romanzo - sono opere immaginarie, i cui personaggi principali, inventati da me, interagiscono con figure reali in precisi scenari storici che ho ricostruito con tutto il rigore di cui sono stata capace. Non si tratta in effetti di grandi battaglie come Trafalgar o Bailén. Gli episodi… sono storie altrettanto eroiche, ma molto più piccole, momenti significativi della resistenza antifranchista, che fanno parte di un’epopea all’apparenza modesta, ma gigantesca se messa in relazione alla sua durata e alle condizioni in cui si svolse. Perché abbracciano, da prospettive molto diverse, quasi quarant’anni di lotta ininterrotta, un esercizio permanente di rabbia e coraggio nel contesto di una repressione feroce.  

Inés e l’allegria racconta la storia dell’invasione della valle dell’Aran, operazione che la stragrande maggioranza degli spagnoli ignora, avvenuta tra il 19 e il 27 ottobre 1944. Una storia inventata inserita nella cronaca di un avvenimento storico reale, scoperto leggendo le memorie di Manuel Azcarde, un leader spagnolo comunista di prestigiosa famiglia repubblicana.  "Un fatto misterioso, non ho resistito alla tentazione di cercare di saperne di più e che con la rappresentazione della vita quotidiana ti fa sentire il respiro della gente". Tre sono i narratori. Due di loro sono personaggi fittizi, Inés e Galàn. Il terzo è reale,  perché è la stessa Almudena, che in quattro capitoli che intercalano i capitoli inventati, raccoglie in maniera appassionata l’interpretazione personale di un episodio da lei verificato, documentato, interpretato, per elaborare un’ipotesi verosimile di quanto accaduto realmente, anche perché non esistono versioni ufficiali dei fatti. 

Dall’inizio alla fine è un romanzo e non è mai un trattato… e’ rigorosamente vero che il 19 ottobre 1944 4.000 uomini varcarono i Pirenei e invasero la val d’Aran e che altri 4.000 erano già entrati in Spagna sin da settembre da punti diversi… per liberare il loro paese dalla dittatura fascista. Non sapevano quali interessi, quali calcoli e ambizioni personali si intrecciassero al loro destino, ma non dubitarono mai di quale fosse il loro obiettivo. 

Si voleva rovesciare il regime di Franco con un’impresa che voleva essere "una Reconquista”, cosa che può apparire donchisciottesca, convinti che Hitler avrebbe ormai perso la guerra e che ci sarebbe stato l’aiuto degli alleati, ignorando che gli inglesi avrebbero, invece, appoggiato il dittatore. Si contava sull’appoggio della popolazione locale, che non collaborò, per cui i partigiani dovettero tornare indietro. 

La protagonista del romanzo è Inés, di origini aristocratiche, appartenente ad una famiglia di idee reazionarie: il fratello è attivista nelle file dei falangisti e nel 1936, per l’affermazione del Fronte Popolare,  con la madre si allontana da Madrid. Ines, invece, rimane, frequenta militanti comunisti e trasforma la propria casa in un ufficio del Soccorso rosso internazionale. Finito il sogno repubblicano Inés è arrestata, anche per il tradimento di un compagno, e chiusa dapprima nel carcere di Ventas, poi, per intervento del fratello, in un convento e successivamente in una prigione dorata nei Pirenei, con la cognata Adela. Qui scopre il piacere di cucinare e, ascoltando la radio clandestina, la Pirenaica, quando viene a sapere che l’esercito dell’ Unione nazionale spagnola sta per invadere l’Aran, fugge in sella ad un purosangue con cinque chili di ciambelle e 3000 pesetas e va incontro all’allegria. E’ per lei il momento del riscatto, dell'azione: troverà l’amore tra le braccia del capitano Galàn e cucinando nel municipio di Bosost per gli uomini del comandante Lobo. 

La storia ha come momento centrale l’impresa della val d’Aran, ma procede tra flash back e avanzamenti fino all’esilio a Tolosa, dove Ines gestisce il più quotato ristorante spagnolo della città, che diventa il luogo di riferimento di altri spagnoli, costretti ad abbandonare la loro terra, per non finire vittime della dittatura. La storia dal 1936 si protrae fino al 1964 e, con un epilogo dopo Franco,  il romanzo si fa corale, epico, esplorando gli anni sofferti della guerra civile, della dittatura, le paure, i silenzi, con piccole storie che fanno parte della grande storia. “Dove non arrivano gli storici con le ricerche d’archivio - sostiene Almudena -  può arrivare il romanzo che conosce grandezze e miserie dei corpi mortali.” Questo è l'aspetto centrale del romanzo. La fiction, purché credibile, può colmare le lacune dello storico, creando legami più stretti ed emozioni più forti con i lettori. “La storia immortale crea strani effetti quando si incrocia con l’amore dei corpi immortali". I desideri della carne influiscono sulla storia quanto i fattori economici, politici. 

Almudena Grandes, escriptora erotica con il suo primo romanzo Le età di Lulù, oggi mette in primo piano la politica che, come l’amore e il sesso, è fatta di passione e lotta. Storia, dunque, e vicende d’amore, di forti emozioni, non solo la storia di Ines, attivista, amante e ottima cuoca, che nella ritirata segue il capitano Galan, ma anche di altre donne, come Angelita, Amparo, Montez, Lola, che rischiano la vita per i loro ideali e che la affiancano nella gestione del ristorante, dove un giorno si presenterà anche Dolores Ibarruri, che fu presidente del Partito comunista spagnolo dal 1944 al 1960 e per 38 anni in esilio a Mosca. La Pasionaria,  innamorata di Paco Francisco Anton, molto più giovane di lei, quando fu imprigionato dai tedeschi, non si trattenne dal chiedere l’aiuto di Stalin per la sua liberazione. La Ibarruri è uno dei personaggi storici del romanzo, così come Jesus Manzon, che vuole impadronirsi del potere e del partito, promuovendo la spedizione nella valle dell’Arar, e come Carmen De Pedro, cui la Pasionaria ha lasciato la guida del Comitato comunista in Francia e Spagna:  innamorata e raggirata da Manzon, Carmen gli lascia mettere in campo questo atto destinato al fallimento. Il lungo romanzo coinvolge il lettore e lo incita a seguire la storia narrata grazie anche alla vivacità e alla quotidianità del linguaggio. Naturalmente ci sono diversi tipi di narrazione a seconda che sia Ines o Galan il narratore o la stessa Almudena nelle parti più storiche. In alcune parti è particolarmente evidente un uso sostenuto dell’anafora e un sorridente uso dell’ironia.

Almudena Grandes, Inés e l'allegria, Guanda, Milano 2011

1 commento:

  1. Che romanzo, che scrittrice! Almudena Grandes non delude (quasi) mai.
    dp

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