sabato 5 maggio 2012

Il fenomeno migratorio

Quinto incontro del ciclo dedicato all'Africa mediterranea dall'Università dell'età libera Il Crostolo: relatrice la dott.ssa Ilaria Vitali., che ha parlato del fenomeno migratorio.

Ecco una sintesi dell'intervento:
 1) Qualche precisazione di carattere lessicale: Migrare significa abbandonare il luogo d’origine per andare altrove; Emigrare dal punto di vista di chi abbandona, Immigrare dal punto di vista di chi arriva.

 2) L’Italia è oggi terra di immigrazione, in passato fu terra di emigrazione: milioni di italiani sono partiti soprattutto per le Americhe. Si parla di Grande Emigrazione per ben 30 milioni di italiani già intorno al 1930. Una cifra enorme, se si pensa che la tratta dei neri, che è un fenomeno ben diverso, ha visto il trasferimento forzato di 10 milioni di uomini. Il 70% degli italiani partirono dal porto di Genova, dove oggi esiste un interessante museo, il Galata, Museo del Mare, il più grande...
museo del Mediterraneo, che ha una sezione Memoria ed Emigrazioni, che racconta l’emigrazione italiana via mare.
Nel 1861 gli italiani erano 22 milioni, gli stranieri residenti 89.000, uno su 270, con un’incidenza dello 0,4%.  Nel 1951 gli stranieri erano 130.000 su 47.316.000 di residenti. Nel 2011 su 60.626.442 residenti gli stranieri sono 4.570.317 (dei quali più di 400.000 non registrati), quindi 52 volte in più rispetto al 1861. Questi dati non sono del tutto aggiornati.

3) Chi sono gli immigrati? Fino agli anni '90 sono soprattutto nordafricani, oggi, invece, i Rumeni sono presenti in maggior numero (circa un milione). Dal Nord Africa proviene un universo eterogeneo: il Marocco è il terzo paese di provenienza (circa 500.000), poi c'è la Tunisia (106.000) e l’ Egitto (90.000). Gli immigrati del Marocco si dedicano preferibilmente al commercio (venditori ambulanti / vu-cumprà), i tunisini all’agricoltura e alla pesca e per questo privilegiano la Sicilia. Si tratta spesso di immigrazioni temporanee e legate alla stagionalità. Gli Egiziani per lo più privilegiano l’industria. Gli algerini sono pochi, circa 26.000, in Francia invece sono la comunità più numerosa. Anche i Libici sono pochi, circa 1.500, più numerosi di recente, 23.000 nel 2011.
In Europa gli immigrati sarebbero 6.500.000, provenienti soprattutto da Maghreb e Mashreq. La Francia è il paese europeo con la maggiore presenza di magrebini. Molti hanno preferito l’Italia, perché la Francia ha sempre avuto una legislazione più rigida, l’Italia, invece, fino agli anni '80-'90 aveva leggi più aperte. Molti poi non amano la Francia per il suo passato coloniale. La preferenza per l’Italia è dovuta anche a ragioni geografiche, avendo il nostro paese 8.000 Km di coste e potendo perciò essere punto di arrivo o di transito verso altri paesi.
L’Italia, per molti migranti, ha un’identità acquisita attraverso la televisione italiana, che è molto vista nei paesi dell’area mediterranea: l’Italia come luogo del benessere. In Tunisia molti hanno anche imparato  l’italiano attraverso la TV. All’inizio degli anni 70 emigravano uomini giovani tra i 25- 30 anni. Oggi c'è anche più emigrazione verso altri stati dell’Africa.

4) Come arrivano i migranti? I più arrivano in modo regolare, per turismo, per studio, poi alcuni passano all’illegalità. Per esempio nel romanzo autobiografico della fine degli anni '80 L'immigrato di Salah Methnani, scritto in italiano, a quattro mani con il giornalista Mario Fortunato, il protagoista arriva prima come turista, poi diviene clandestino. Il libro è interessante per capire come è percepita l’Italia dalla Tunisia, come si vive il mito dell’occidente.
Per l’immigrazione clandestina tutti conosciamo Lampedusa, simbolo dell' immigrazione nella veste più drammatica e che come tale colpisce di più l’opinione pubblica (vedi, a questo proposito il  film Terraferma  di Emanuele Crialese) Nel 2010 sono arrivati 50.000 irregolari, ci sono stati circa 4.000 respingimenti, e 16.000 rimpatri forzati. Oggi gli irregolari sarebbero 500.000.

5) Come avviene il viaggio in clandestinità? Esiste una rete illegale molto articolata, per cui c’è un traffico che frutta 30 milioni di dollari l’anno, inferiore solo agli introiti per droga e armi. Il passeur  è l’intermediario che fa passare, in inglese smuggler, cioè contrabbandiere. Vedi a questo proposito l' inchiesta di Fawzi Mellah,  Clandestino nel Mediterraneo, viaggio di un giornalista come clandestino. In questa inchiesta vengono raccontate le peripezie di un gruppo di immigrati clandestini partiti da Tunisi per Pantelleria, in un viaggio che li condurrà fino alla Svizzera. nel libro si trovano tanti elementi del viaggio di chi emigra, la traversata del mare in tempesta, la brutalità dei doganieri, l'attraversamento illegale delle frontiere. Lo scafista è la figura più nota, ma la rete è composita: ci sono i reclutatori che vendono i contatti, si occupano del trasferimento, pretendono il pagamento in anticipo al costo di 2-3000 euro, non rimborsabili se succede qualcosa che ostacola la partenza, per esempio retate della polizia, spesso connivente. Vedi anche il documentario del 2009 Come un uomo sulla terra di Dagmawi Yimer: un viaggio di dolore e dignità attraverso il quale si dà voce alla memoria di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere nascoste. Un film che racconta che cosa si nasconde dietro gli accordi con la Libia.
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6) Molte sono le rotte dei migranti all’interno del continente africano: 18 milioni di persone in movimento, soprattutto dall’Africa sub-sahariana e dal Corno d’Africa. Tre rotte sono attive in particolare: Marocco –Canarie; Marocco-Algeria verso Spagna, Baleari; Tunisia e Libia verso Italia, Sicilia, Lampedusa, di recente verso le Isole greche e dall’Algeria verso la Sardegna. Nel 2011 la rotta più importante Tunisia –Italia. 
Sono viaggi di disperati su mezzi di fortuna, un tempo con 10-15 persone, oggi con centinaia. Il Mediterraneo è diventato un cimitero: nel Canale di Sicilia ci sono stati 10.000 annegati in dieci anni. Si  legga  Cannnibali di Mahi  Binebine, scritto in francese, tradotto in italiano: racconta di un gruppo di persone riunite da una comune svolta del destino, la partenza clandestina per l’Europa, il passaggio dello stretto di Gibilterra, le luci della Spagna così vicine viste da Tangeri.
 La Libia è paese strategico per l’emigrazione clandestina, come transito dal Corno d’Africa verso l’Europa.
 Nel 2008 è stato stipulato il   trattato di amicizia Italia Bengasi per controllare e impedire l’emigrazione verso l’Italia, trattato decaduto, ripreso nella primavera del 2011. Nell' aprile 2012 nuovo trattato con Tripoli per controllare l’emigrazione clandestina.

7) I rifugiati politici: i flussi migratori possono essere spinti da motivi economici, ma anche politici.                  A tale proposito si veda la prima definizione organica del concetto giuridico di rifugiato, contenuta nella Convenzione firmata a Ginevra del 28 luglio 1951: «Colui che, (...) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese, di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese: oppure che, non avendo la cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra.» I rifugiati politici sono 1.600.000 in Europa, 55.000 in Italia, un numero maggiore in Germania. La legislazione italiana è in ritardo, fino al 1960 l’approccio era emergenziale, senza considerare l’insediamento, fino agli anni '80 perduravano le leggi fasciste.

8) Leggi sulll'immigrazione.  1990, Legge Martelli: si presenta come provvedimento in materia di rifugiati e profughi, argomento principale del testo di legge, che in effetti amplia e definisce lo status di rifugiato e il diritto di asilo politico a esso collegato. La seconda parte del testo si pone invece come un tentativo di regolamentare l’aumento esponenziale dei flussi migratori degli anni ’80, mediante programmazione statale dei flussi di ingresso degli stranieri non comunitari in base alle necessità produttive e occupazionali del Paese. Si delinea quella che diventerà una costante della legislazione: la gestione dell’immigrazione da un punto di vista economico. Per quanto riguarda la lotta all’immigrazione clandestina, la legge Martelli introduce per la prima volta pene detentive e pecuniarie, aggravate dalla circostanza del concorso per delinquere.

1998, Legge Turco-Napolitano: si propone di regolare organicamente l'intera materia dell'immigrazione dall'estero. Rispetto alla legge Martelli la nuova legge tenta di proporsi come legislazione di superamento della fase emergenziale.L'impostazione della legge rivela l'intento di regolamentare l'immigrazione, favorendo da un lato l'immigrazione regolare e scoraggiando l'immigrazione clandestina. L'immigrato regolare può così affrontare il percorso di acquisizione della cittadinanza configurato dalla legge. Tale percorso è caratterizzato da una serie di tappe verso l'acquisto dei diritti propri del cittadino pleno iure, inclusivo del diritto al ricongiungimento familiare, del diritto al trattamento sanitario e alla salute, e del diritto all'istruzione. Per contro, il clandestino diventa destinatario di un provvedimento di espulsione dallo Stato. Per la prima volta nella storia della Repubblica istituisce i Centri di permanenza temporanea per tutti gli stranieri “sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera non immediatamente eseguibile.”

2002, Legge Bossi-Fini: sostituisce, integra, modifica la legge Turco-Napolitano. Prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal Prefetto della Provincia dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea, istituiti dalla legge Turco-Napolitano, al fine di essere identificati. La legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno alle persone che dimostrino di avere un lavoro per il loro mantenimento economico. A questa regola generale si aggiungono i permessi di soggiorno speciali e quelli in applicazione del diritto di asilo. La norma ammette i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali, in base ad accordi bilaterali fra Italia e Paesi limitrofi, che impegnano le polizie dei rispettivi Paesi a cooperare per la prevenzione dell'immigrazione clandestina. Le navi di clandestini non attraccano sul suolo italiano, l'identificazione degli aventi diritto all'asilo politico e a prestazioni di cure mediche e assistenza avviene nei mezzi delle forze di polizia in mare. La Legge Bossi-Fini prevede dunque norme severe per espulsione, per reato di clandestinità. E' inoltre previsto il permesso di soggiorno per due anni se il lavoro è certo. La cittadinanza è possibile per chi sposa un cittadino italiano o dopo 10 anni di residenza con reddito adeguato: l’iter può essere anche di 5 anni.

8) Gli immigrati del nord Africa oggi svolgono diverse occupazioni, preferiscono stabilirsi in centri urbani, capoluoghi di provincia, per maggiori possibilità di occupazione, per ragioni burocratiche. In Emilia e Romagna oggi gli immigrati sono 500.000; al primo posto ci sono i provenienti dal Marocco con il 14%, al secondo posto i provenienti dalla Romania e dall'Albania con il 13,2%.  Reggio Emilia ha visto un incremento di 10.000 persone fino al 2010. Gli immigrati hanno anche creato imprese in Italia: 30.000  da provenienti dal Marocco, 18.000 dalla Tunisia, 7.000 dall'Egitto. Numerose sono le attività commerciali, per es. nell’ambito della ristorazione. 14.000 sono i medici, di cui 300 arabi, venuti in Italia da studenti. Oggi  si assiste anche a un aumento dei matrimoni misti; arrivano inoltre più donne per ricongiungimento familiare.  (BASILI,  Banca dati scrittori immigrati in lingua italiana).
  
Anche Salman Rushdie è un emigrato e in un suo testo scrive: Un emigrato vero e proprio patisce un triplice sconvolgimento: perde il proprio luogo, si immerge in un linguaggio alieno, e si trova circondato da individui che posseggono codici e comportamenti sociali molto diversi dai propri, talvolta perfino offensivi. Ed è proprio ciò che rende gli emigrati delle figure così importanti perché le radici, la lingua e le norme sociali sono stati gli elementi più importanti nella definizione di cosa significa essere umano. L'emigrato, negati tutti e tre, è obbligato a trovare nuovi modi di descriversi, nuovi modi di essere uomo. Proprio per effetto di questi spostamenti, secondo Rushdie, l’emigrante è radicato alle idee, anziché ai territori, ai ricordi piuttosto che ai beni materiali. Rushdie definisce gli emigranti translated-men, in cui translated sta per ‹‹trasportati››, il senso etimologico del verbo tradurre, appunto. Gli emigranti sono trasportati da un paese all’altro, da una lingua all’altra, da tradizioni, consuetudini, religioni, abitudini, diverse rispetto a quelle del nuovo paese. L’emigrante sente il bisogno di descriversi, prima che ci pensi la società che lo ospita in relazione alla sua diversità, creando poi stereotipi e falsi miti.

4 commenti:

  1. La Prof.ssa Vitali ci ha descritto in modo impeccabile "Il fenomeno migratorio" dai Paesi del Nordafrica. Complimenti anche a lei! Non so se sarò all'altezza nella relazione che dovrò scrivere per il giornalino TEMPO RITROVATO, del circolo culturale IL CROSTOLO, ma vedrò di fare del mio meglio. Chi la leggerà, spero mi compatisca. Grazie infinite.

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  2. La grande competenza e professionalità della prof. Vitali ne fanno una delle maggiori esperte nel campo delle letterature francofone. Si leggano le sue bellissime traduzioni di opere di scrittori delle banlieues francesi, come Rachid Djaidani e il collettivo "Qui fait la France", in cui la prof.Vitali riesce nella difficilissima impresa di restituire con efficacia al lettore italiano un linguaggio denso di espressioni gergali ben lontane dal francese standard.

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  3. Mi dispiace che stia per finire il ciclo di conferenze "Africa mediterranea sconosciuta" al circolo culturale IL CROSTOLO. Più ne so e più sono certa di non sapere, nel senso che, di volta in volta, si scoprono sempre cose nuove ed interessanti su questo immenso continente. I recenti numerosi flussi migratori da diversi paesi, non solo del Nordafrica, ci mettono a confronto con una realtà diversa da come eravamo abituati e mi sembra giusto conoscere maggiormente gli usi e costumi di queste popolazioni. Approfondirei anche l'argomento della letteratura. Grazie a tutte le relatrici, augurandomi che la cosa abbia un seguito!!

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  4. Il ciclo di incontri del Crostolo ha certo contribuito a farci avvicinare a culture poco conosciute, ma la cui storia si è spesso intrecciata con la nostra, grazie proprio al nostro comune affacciarsi sul Mediterraneo.
    Anche noi del Gruppo Interculture speriamo di aver dato il nostro contributo a questa bella iniziativa, sia sul piano della conoscenza di questi mondi che ci riguardano sempre di più, sia sul piano della collaborazione con il Circolo Culturale Il Crostolo. Speriamo di continuare su questa strada, con nuovi progetti e nuove aree culturali "sconosciute" da esplorare.

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