mercoledì 18 aprile 2012

Dall'epoca coloniale alle lotte per l'indipendenza

III incontro del ciclo dedicato all'Africa mediterranea dall'Università dell'età libera Il Crostolo: relatrice dott.ssa Maria Chiara Gnocchi

Sintetizzo per punti:

1) Dal 1885 al 1914 si verifica l’accaparramento dell’intero continente africano. Restano indipendenti solo  Etiopia e Liberia.  Tra il 1914 e il 1939 cambiano gli equilibri: minor presenza dei tedeschi, maggior presenza degli italiani, perdita relativa dell’Egitto da parte della Gran Bretagna … Decolonizzazione precoce per alcuni stati tra il 1949-59, ma in genere più tarda, tra il 1960-62.

2) Egitto: la dominazione coloniale ufficiale della Gran Bretagna dura poco ed è superficiale, ma il controllo militare dura più a lungo. Il controllo straniero era iniziato con l’interesse dei Francesi per il Canale di Suez. Lesseps fondò la Compagnia del canale Marittimo di Suez, una società per azioni per la costruzione e gestione del canale: una concessione di 99 anni non gradita all’Egitto e alla...
Gran Bretagna.
Nel 1875 il debito estero dell'Egitto costrinse Isma'il Pascià a vendere per 4 milioni di sterline la quota del suo paese al Regno Unito, che così si assicurava il controllo della rotta delle Indie.
La presenza militare inglese è costante fino al 1900. All’inizio anni ci sono rivolte che sono represse e inizia il Protettorato. Diversa è la colonia rispetto al Protettorato: la colonia è una proprietà, mentre il Protettorato si ha quando uno stato più forte protegge uno stato più debole, conservandone le istituzioni. il sovrano Ismail è affiancato da un residente generale con governo parallelo. Il Protettorato inglese dura dal 1882 al 1922. All’inizio del 900 il potere è nelle mani dei grandi proprietari terrieri, ma anche delle banche e dei commerci gestiti da stranieri. All’inizio della prima guerra mondiale sono 230000 gli stranieri presenti.
Il protettorato ebbe termine nel 1922, anche se - malgrado lunghe e dure lotte, in cui rifulse l'attività patriottica di Sa'd Zaghlul e del partito del Wafd - la piena indipendenza dell'Egitto venne proclamata soltanto nel 1936, perdurando tuttavia di fatto l'occupazione militare britannica per le basi militari che il Regno Unito mantenne nel Paese e il pieno controllo, assieme alla Francia, del Canale di Suez.

I Fratelli Musulmani furono fondati in Egitto nel 1928 da al-Ḥasan al-Bannāʾ , poco più d'un decennio dopo il collasso dell'Impero Ottomano. Si oppongono alle storiche tendenze alla secolarizzazione delle nazioni islamiche, in favore di un'osservanza da essi ritenuta più ligia ai precetti del Corano. Loro campi d'azione sono i settori della politica tradizionale, dell'insegnamento, della sanità e delle attività sociali in genere, oltre l'organizzazione di incontri di preghiera e di spiritualità.
La nascita dei Fratelli musulmani si collocava nel quadro di un risveglio culturale e religioso che, nei primi decenni del XX secolo, reagiva all'occidentalizzazione della società islamica. L'intento del fondatore era di promuovere la dignità e il riscatto dei lavoratori arabi egiziani, nella zona del Canale di Suez; di seguire l'etica e la concezione civica proposta dall'Islam; il tutto ottenuto con l'educazione delle persone agli insegnamenti islamici della solidarietà e dell'altruismo nella vita quotidiana.

3) Il colonialismo italiano comportò l'espansione della sovranità del Regno d'Italia su quattro territori d'Africa: Libia, Somalia, Etiopia e Eritrea, Con la seconda guerra mondiale tutte le colonie furono perse; solamente la Somalia italiana rimase sotto amministrazione fiduciaria italiana fino al 1960.
Il colonialismo italiano ebbe inizio con la presa di possesso dei porti di Assab e Massaua sulla costa africana del mar Rosso negli ultimi decenni del XIX secolo ed ebbe termine con la sconfitta dell'Asse nella seconda guerra mondiale, che comportò la perdita di tutte le colonie italiane (eccetto la Somalia Italiana che divenne  amministrazione fiduciaria ONU,  rimanendo la Somalia de facto protettorato italiano fino al 1960).

4 ) Libia:  Nel 1911 l'Italia di Giolitti dichiarò guerra all'Impero Ottomano (Guerra Italo-Turca) per ottenere il controllo della Libia con la pace di Losanna. Fino ai primi anni trenta, gli italiani combatterono la resistenza organizzata dai Senussi (Omar al-Mukhtar), fino all'impiccagione di al-Mukhtar, nel 1931, mentre coloni italiani si stabilivano in Libia, fino a costituire il 13% della popolazione nel 1939. Nel 1934 venne proclamato il Governatorato Generale della Libia (con l'unione della Tripolitania e della Cirenaica) e successivamente i cittadini africani poterono godere dello status di "cittadini italiani libici" con tutti i diritti che ne conseguivano. Mussolini dopo il 1934 iniziò una politica favorevole agli Arabi libici, chiamandoli "Musulmani Italiani della Quarta Sponda d'Italia" e costruendo villaggi con moschee,  scuole e ospedali a loro destinati.
Il primo governatore fu Italo Balbo, a cui si deve la creazione della Libia attuale.
Nel 1923 con un intervento militare sono cacciati i Senussi ,una confraternita islamica più antica dei Fratelli Musulmani, fondata nel 1837. Dal 1902 al 1913 i Senussi combatterono l'espansione dei francesi nel Sahara algerino e contro l'occupazione italiana della Libia, in entrambi i casi senza successo.

5) Algeria: conquista in tre fasi successive: 1830-40; 1841-48; 1849-70.
Nel 1794 il bey di Algeri aveva sostenuto la Francia repubblicana finanziando l'acquisto di grano, ma il prestito non era stato restituito. Inoltre, nel 1827 i francesi fortificarono un proprio deposito commerciale a la Calle in Algeria e il 30 aprile il bey ebbe un acceso diverbio con il console francese. Con il pretesto dell'offesa, Carlo X di Francia decise, a fini di politica sia interna che estera, la conquista dell'Algeria. 37.000 uomini s'imbarcarono sulla flotta nel 1830 e occuparono Algeri. Tuttavia, i francesi dovettero fronteggiare trent'anni di ostinata guerriglia per giungere a controllare tutto il paese.  A ovest, dal 1832 l'emiro Abd el-Kader oppose una strenua resistenza contro gli invasori europei, punteggiata da trattati e riprese delle ostilità (1839) fino alla resa (1847).   Un'ultima rivolta cabila fu spenta 14 anni dopo, e alla fine del 1871 l'Algeria francese era "pacificata". Tra il 1852 ed il 1871 le vittime ammontarono a circa 1.000.000 di persone, un terzo della popolazione; la colonizzazione di massa poteva cominciare.
Nel 1865 Napoleone III attribuì il diritto alla nazionalità francese (su domanda) a tutti gli indigeni algerini, tra le proteste dei coloni. Alla caduta di Napoleone, Adolphe Crémieux, con l'omonimo decreto del 1870, attribuì automaticamente la cittadinanza ai soli 37.000 ebrei d'Algeria. In questo modo si faceva spazio all'immigrazione dei profughi da Alsazia e Lorena, spossessati dai tedeschi. Nel 1881 il code de l'indigénat, valido per tutte le colonie e applicato dal 1887, completò la discriminazione contro i musulmani d'Algeria, distinguendo tra cittadini (metropolitani) e sudditi (indigeni), questi ultimi privi di quasi tutti i diritti politici (in particolare, minoritari per legge nei consigli municipali), soggetti alla shari'a anziché al code civil e di fatto non tenuti, ad esempio, all'istruzione obbligatoria pubblica.
Già nel 1889  la cittadinanza francese fu concessa agli stranieri residenti, in gran parte coloni provenienti dalla Spagna o dall'Italia (come gli Italo-algerini), così da unificare tutti i coloni europei (pieds-noirs) nel consenso politico alla discriminazione. Fra il 1865 e il 1930 solo 3.600 musulmani algerini otterranno, rinunciando solennemente alla legge coranica, la cittadinanza. Non soddisfatte, le lobby colonialiste non cessarono di domandare l'abrogazione del decreto Cremieux, che ottennero solo nel 1940 dal regime di Vichy. Solo dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946, la legge Lamine Guèye estese la cittadinanza francese a tutti i sudditi dell'impero coloniale.
I francesi ebbero sull'Algeria un'influenza politica, culturale e demografica che ha pochissimi paralleli nella storia del colonialismo in Africa, tanto che nel 1947 l'Algeria sarebbe stata parificata al territorio metropolitano francese.

6) Tunisia: Protettorato francese dal1881 al 1956, con una storia diversa rispetto alla colonizzazione algerina. Già nell’800  si sviluppò  una borghesia autonoma.
1861: primo territorio arabo con costituzione, quasi repubblica indipendente. 1869: bancarotta. Si costituisce una commissione internazionale anglo francese italiana, si frenano i progressi, è sospesa la costituzione. L’Italia su modello francese avrebbe voluto creare una colonia di popolamento per la sovrappopolazione italiana. Nel 1878 per accordi relativi al congresso di Berlino, la Francia occupa la Tunisia.
Gran Bretagna, Francia e Italia ambivano a spartirsi il nord Africa. L'Italia mirava alla Tunisia, con la quale aveva già un'accordo firmato nel 1868 con cui si tutelavano gli Italiani di Tunisi, che avevano dei privilegi nel commercio e nella pesca. Anche la Francia aveva posato gli occhi sulla Tunisia, e con il beneplacito della Gran Bretagna, che non vedeva di buon occhio il controllo del canale di Sicilia e dei paesi nord Africani da parte di un solo stato, non intervenne in quella che era stata concordata come una spartizione dei paesi mediterranei d'Africa. Nel maggio del 1881 la Francia con un colpo di mano occupa Tunisi militarmene, facendo sfumare le mire colonialiste dell'Italia.
E’ il cd. "schiaffo di Tunisi".  “Intanto guardate: Tunisi è là! (…) E ci sono i francesi là, che ce l'hanno presa a tradimento! E domani possiamo averli qua, in casa nostra, capite?" Luigi Pirandello, I vecchi e i giovani, 1913
Dal 1881 al 1956 la Tunisia, pur formalmente retta dal Bey, è soggetta al protettorato francese. La Francia, già da 50 anni installata in Algeria, batte sul tempo le mire dell'Italia, che contava la colonia europea più numerosa. Il protettorato francese mira a investire nello sfruttamento delle risorse naturali (agricole e minerarie) e quindi a sviluppare le reti di trasporto (stradale, ferroviario e navale).
La seconda guerra mondiale coinvolge la Tunisia dal 1940 al 1943. In seguito alla sconfitta francese da parte della Germania hitleriana, in base al Secondo armistizio di Compiègne (22 giugno 1940) la Tunisia fa parte del regime di Vichy. Dal 1942 la Tunisia viene occupata dai tedeschi e dagli italiani in ritirata pressati dall'8ª Armata britannica proveniente dall'Egitto e dalle divisioni americane provenienti dal Marocco. Nel 1943 le forze dell'Asse, in assenza di rifornimenti e rimpiazzi e circondate da soverchianti forze nemiche, si arrendono.

7) Marocco: un altro protettorato francese, l’ultimo ad essere istituito.
È alla fine del XVIII secolo che risalgono le prime penetrazioni di tipo commerciale delle potenze europee, Francia e Gran Bretagna per prime.
Nel corso del XIX secolo, divenuto il Marocco oggetto dell'interesse delle potenze coloniali, sulla spinta di forze nazionalistiche, il sultano del Marocco tentò di riprendere il controllo delle città di Ceuta e Melilla. Il tentativo fallì per la pronta reazione della Spagna, che portò all'occupazione di Tétouan nel 1860 e al pagamento di ingenti somme come riparazione per i danni di guerra.
All'inizio del XX secolo risalgono le prime occupazioni francesi in terra marocchina, che intendevano conttrapporsi alla influenza spagnola sulla regione. Nel 1904, con l'avallo della Gran Bretagna, che in cambio ottenne il riconoscimento Francese e Spagnolo di legittimo possesso dell'Egitto, Francia e Spagna decisero di dividersi la sfera d'influenza sul paese. A questo accordo si oppose però la Germania che offrì il suo aiuto al sultanato. La situazione di stallo si risolse con la conferenza di Algeciras del1906, che istituiva un controllo internazionale sul Marocco, a garanzia degli interessi economici dei paesi europei.
Nell'estate del 1911 scoppiò la crisi di Agadir tra Francia e Germania, che portò i tedeschi ad inviare la Panther, nel porto di Agadir: sembrava il preludio di una guerra tra le due potenze. La crisi fu invece risolta per via diplomatica, con il riconoscimento tedesco del protettorato francese sul Marocco

Nel 1912 con il trattato di Fez il sultano alawita ‘Abd al-Hafīz accettò di riconoscere la condizione di protettorato del Marocco: il regno diventava a tutti gli effetti una colonia francese; la Spagna conservava il controllo diretto su alcune parti del paese. A causa delle rivolte scoppiate in tutto il paese, ‘Abd al-Hafīz dovette abdicare: gli succedette il fratello Yusef ben Hassan.
Il trattato fu come un segnale di via libera all'insediamento di decine di migliaia di francesi: in breve tempo fondarono numerose nouvelles villes e, sotto le direttive del governatore Lyautey, furono costruite strade, ferrovie e acquedotti. Ebbe luogo anche la riorganizzazione amministrativa del paese.
Iniziò un periodo di rivolte e susseguenti repressioni delle autorità francesi, che ottennero il controllo delle città ma non delle campagne.Nel 1927 Yusuf morì e gli succedette il figlio Mohammed ben Yusef, che salì al trono come Mohammed V.
La Francia impose sul Marocco la propria amministrazione diretta, sulla falsariga del modello applicato nella vicina Algeria. Allo stesso tempo iniziò una politica che prevedeva il riconoscimento delle specifiche diversità culturali delle tribù berbere, attirandosi per questo l'accusa, da parte della componente araba del paese, di voler dividere il Marocco in due.
L'occupazione tedesca della Francia nel 1940, con la conseguente creazione dell'armata di resistenza francese in Africa sotto il comando del generale Charles De Gaulle e lo sbarco delle truppe alleate (specie americane) in Marocco nell'autunno 1942, portarono all'entrata in guerra di truppe marocchine che, al fianco degli alleati, parteciparono alle campagne in Italia, Francia e Germania. Nel 1944 fu fondato il partito nazionalista Istiqlal, il cui programma puntava esplicitamente all'indipendenza del paese dalla Francia; il partito ottenne il sostegno della componente araba della società marocchina e del sultano, che per questo nel 1953 fu obbligato a lasciare il paese.
I Goum sono truppe indigene. I Goumiers nella II guerra mondiale erano marocchini di etnia berbera, nativi delle montagne dell'Atlante, che costituivano le truppe coloniali irregolari francesi appartenenti ai Goums Marocains, un reparto delle dimensioni approssimative di una divisione ma meno rigidamente organizzato. La caratteristica di queste truppe coloniali era l'eccellente addestramento nei combattimenti montani, dove riuscivano a muoversi in silenzio e con agilità.

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